Il piccolo regno del Bhutan sta pian piano aprendo il velo che lo avvolge nel mistero. Fino al 1974 si è volontariamente isolato dal resto del mondo, preservando un’aura quasi magica. È incastonato tra India e Cina, arrampicato a nord sugli aridi altopiani del Tibet nell’Himalaya orientale e lambito a sud dalle giungle tropicali dell’India. Se sarete fra i pochi fortunati viaggiatori nel regno, scoprirete un paesaggio a tratti incontaminato, ma ricco di architettura maestosa e tradizioni antichissime, abitato da un popolo attento al benessere della persona e profondamente devoto. Tanto da definire il proprio Paese Regno del Drago Tonante, in riferimento alla scuola del buddismo tibetano praticato nel regno. Qui tutto è intriso di sacralità. Persino il sovrano regnante del Bhutan è chiamato Druk Gyalpo: il Re Drago.
In Bhutan il FIL, la Felicità Interna Lorda, è più importante del PIL. Il benessere della persona è posto al centro dello sviluppo, prima della crescita economica, riconoscendo che l’individuo ha bisogni di natura materiale, spirituale ed emozionale. L’idea di FIL influenza la politica economica e sociale ed intende assicurare nel futuro indipendenza, sovranità e sicurezza al Paese.
La cucina del Bhutan è influenzata soprattutto dalla cultura gastronomica indiana, tibetana e nepalese. Le preparazioni sono semplici ma molto speziate, spesso basate sul riso rosso che, mantecato con il burro, accompagna le altre pietanze. La carne più diffusa è quella di maiale, ma si usano anche manzo, pollo e yak. Sono molti i piatti tradizionali, tra cui il piatto simbolo del Regno, l’ Ema Datshi: peperoncini locali e formaggio cucinati insieme in una tradizionale pentola di argilla bhutanese, servito come piatto principale con riso. Molto popolare anche il Momo, un fagottino di grano simile a quelli del Nepal e del Tibet, ripieno di carne o verdure, cotto al vapore e servito con salsa piccante. Divertitevi a spaziare tra un assaggio e l’altro.
Passaporto: necessario, con validità residua di almeno 6 mesi e comunque sempre oltre il termine del soggiorno in Bhutan.
Visto d’ingresso: obbligatorio.
I festival del Bhutan esprimono l’essenza della profonda fede buddista, con gioia di pregare e voglia di riunirsi. Uomini e donne indossano gli abiti più belli e gioielli di corallo e turchese per purificarsi dal cattivo karma e ricevere benedizioni.
Sono detti Tsechu, di solito si tengono negli dzong, le fortezze, o nei monasteri e sono dedicati al Guru Rinpoche, che introdusse il buddismo in Bhutan nell’VII secolo. Assisterete a bellissimi rituali di danze mistiche in maschera e abiti tradizionali per rendere omaggio alle divinità protettrici e scacciare i demoni. Per gli anziani le feste rappresentano l’occasione per iniziare la loro preparazione all’aldilà.
Non perdetevi:
THIMPHU TSHECHU
Dove: Thimphu
Quando: Al termine dell’estate
Si svolge nel cortile del Tashichhodzong, ed è considerato uno dei più bei Tshechu del Bhutan occidentale. La festa è preceduta da giorni e notti di preghiere e rituali per invocare gli dei. E’ l’occasione per festeggiare, ricevere le benedizioni e pregare per la salute e la felicità. Gli Atsara moderni recitano anche brevi scenette per diffondere messaggi di salute e di sensibilizzazione sociale.
PUNAKHA TSHECHU
Dove: Punakha
Quando: Febbraio
È uno degli eventi più importanti del paese, partecipa anche il capo spirituale del Bhutan, lo Je Khenpo. Si svolge in due parti: Domchen – 5 giorni di commemorazione storica della resistenza all’invasione dell’esercito tibetano – e Tsechu, legato alla celebrazione dei valori della cultura buddista, durante il quale danzano e sfilano tutte le maschere della tradizione religiosa. Sarete deliziati dalle “cham”, le spettacolari danze a ritmo di percussioni e trombe, in cui gli interpreti indossano maestosi e coloratissimi abiti coperti sul volto da tradizionali maschere in legno, cartapesta o bronzo.
Il clima del Bhutan è influenzato dall’altitudine. In pianura è di tipo subtropicale, caratterizzato dal monsone estivo che porta piogge e nuvolosità diffusa per quasi sei mesi, rendendo le strade fangose e gli spostamenti difficili. Nella parte montuosa, avvicinandosi ai pendii dell’Himalaya, il clima si fa più freddo e in inverno non sono escluse nevicate in alta quota. Le stagioni intermedie – marzo- maggio, e da metà settembre a metà novembre – sono le migliori per visitare il Paese.
GENNAIO ★☆☆☆☆
FEBBRAIO ★☆☆☆☆
MARZO ★★★★☆
APRILE ★★★★★
MAGGIO ★★★★★
GIUGNO ★★★☆☆
LUGLIO ★★☆☆☆
AGOSTO ★★☆☆☆
SETTEMBRE ★★★★☆
OTTOBRE ★★★★★
NOVEMBRE ★★★★★
DICEMBRE ★★☆☆☆
La valuta del Bhutan è lo ngultrum, è stato introdotto nel 1974 sostituendo alla pari la rupia indiana con cui conserva uno scambio 1:1.
THIMPHU: con i suoi 50.000 abitanti è la città più popolata del Paese. Sorge a 2250 m sulla sponda del fiume Wang, in una valle boscosa. Ha una perfetta armonia architettonica, di impronta medievale, dovuta alla legge che impone di mantenere lo stile tradizionale, con motivi religiosi, in tutti gli edifici.
+5 h rispetto all’Italia; +4 h quando in Italia è in vigore l’ora legale.